I disturbi alimentari sono condizioni complesse che colpiscono la salute fisica e mentale di chi ne soffre. Riconoscere i primi segnali di un disturbo alimentare è essenziale per intervenire tempestivamente e offrire il giusto supporto.
Se sospetti che una persona a te cara stia vivendo questo problema, è normale sentirsi preoccupati e incerti su come affrontare la situazione. Questo articolo ti aiuterà a individuare i sintomi precoci e a capire come intervenire nel modo giusto.
Cos’è un disturbo alimentare?
Un disturbo alimentare è una condizione psicopatologica che altera il rapporto con il cibo, con il peso corporeo e con l’immagine di sé. I più comuni includono:
- Anoressia nervosa
- Bulimia nervosa
- Disturbo da alimentazione incontrollata (BED)
- Altri disturbi specifici dell’alimentazione (OSFED)
Sono spesso accompagnati da ansia, depressione, isolamento sociale e problemi di autostima.
Come riconoscere i sintomi iniziali di un disturbo alimentare
La natura segreta e silenziosa dei disturbi alimentari rende difficile identificarli precocemente. Tuttavia, ci sono segnali comportamentali e fisici che possono indicare un problema in atto.
Segnali comportamentali
- Ossessione per peso, cibo e immagine corporea
- Esercizio fisico eccessivo e compulsivo
- Diete frequenti, saltare i pasti, evitare interi gruppi alimentari
- Rituali alimentari rigidi (masticare troppo a lungo, separare gli alimenti)
- Isolamento sociale, soprattutto in situazioni che coinvolgono il cibo
- Uso eccessivo dello specchio o evitamento totale
- Cambiamenti dell’umore, irritabilità, sbalzi emotivi
- Abiti larghi per nascondere il corpo
- Frequente utilizzo del bagno dopo i pasti (comportamenti di eliminazione)
Segnali fisici
- Fluttuazioni significative di peso
- Problemi gastrointestinali ricorrenti
- Vertigini, svenimenti, stanchezza
- Irregolarità mestruali
- Pelle secca, unghie fragili, perdita di capelli
- Sensazione di freddo costante
- Danni ai denti (carie, erosione dello smalto)
- Crescita di lanugine su viso e corpo
- Insonnia o ipersonnia
Rispetto alle variazioni di peso c’è una cosa importante che nel nostro centro sottolineiamo sempre: un DCA molto spesso non è visibile nel corpo e non si lega ad una specifica forma corporea. Ad esempio: solo il 6% delle persone che affronta un DCA riceve una diagnosi di sottopeso. I Disturbi Alimentari riguardano il modo in cui ci si sente, non solo la forma del corpo.
Cosa fare se sospetti un disturbo alimentare in una persona cara
1. Preparati ad affrontare la conversazione
Affrontare l’argomento richiede empatia, delicatezza e consapevolezza. Puoi cominciare con affermazioni in prima persona, come:
“Mi sono accorto che ultimamente salti spesso i pasti e sembri molto stanca. Va tutto bene?”
Evita frasi accusatorie o semplificazioni (“Devi solo mangiare”), e preparati a una possibile resistenza iniziale.
2. Scegli il momento e il luogo giusto
Prediligi un ambiente tranquillo e familiare, lontano da cibo o contesti sociali stressanti. Una passeggiata o un momento di relax può aiutare la persona ad aprirsi.
Potresti essere respinto all’inizio: ecco perché
Molte persone che soffrono di un disturbo alimentare non riconoscono di avere un problema. Questo fenomeno si chiama egosintonia: la persona che soffre di DCA li considera una parte di sé, la malattia, con tutti i disagi che comporta, diventa un aspetto della propria identità dal quale è difficile separarsi.
Non prenderla sul personale. Anche se la persona rifiuta l’aiuto inizialmente, la tua presenza e disponibilità restano fondamentali.
Come parlare del trattamento terapeutico
Quando la persona inizia a prendere consapevolezza del proprio disagio, puoi proporre con tatto l’idea di un trattamento professionale. Spiega che:
- I disturbi alimentari sono curabili
- Esistono percorsi personalizzati (psicoterapia, terapia familiare, supporto nutrizionale)
- Non dovrà affrontare tutto da sola
Offriti di accompagnarla alla prima visita o di cercare insieme le opzioni disponibili.
L’importanza del supporto sociale
L’isolamento è uno degli effetti più pericolosi dei disturbi alimentari. Incoraggia la persona amata a partecipare ad attività non legate al cibo, come:
- Giornate in natura o passeggiate
- Serate con giochi da tavolo
- Attività creative o hobby condivisi
Evita di parlare del disturbo alimentare in queste occasioni, a meno che non sia lei a volerlo. Falla sentire vista e amata come persona, non come “malata”.
Considerazioni finali
Preoccuparsi per la salute di una persona cara è umano, ma non puoi costringerla a cambiare. Puoi però seminare il dubbio, offrire ascolto e mostrare che sei presente, senza giudizio.
Ricorda: chiedere aiuto è il primo passo verso la guarigione. Con il tuo supporto, quella persona potrebbe presto trovare il coraggio di farlo.