Il 2 giugno si celebra il World Eating Disorders Action Day, una giornata internazionale nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi del comportamento alimentare (DCA) e promuovere l’accesso a cure tempestive, efficaci e inclusive. In un contesto globale in cui queste patologie sono in costante aumento, l’Italia si trova ad affrontare una vera e propria emergenza sanitaria e sociale.
Il tema di quest’anno è “Break the Bias, Supporto Family” al fine abbattere lo stigma sociale che, ancora oggi, caratterizza i DCA e supportare coloro che vivono accanto a chi affronta un DCA come famiglie, caregiver, parenti.
L’epidemia silenziosa dei DCA
Particolarmente preoccupante è l’abbassamento dell’età di esordio: si registrano diagnosi già tra gli 8 e i 10 anni, con un aumento significativo dei casi tra i bambini e gli adolescenti . L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha riportato un incremento del 64% delle nuove diagnosi dal 2019 al 2024 .
Secondo i dati più recenti, in Italia oltre 3 milioni di persone soffrono di disturbi alimentari come anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating disorder. Questo numero è più che raddoppiato rispetto al 2000, quando i casi erano circa 300.000 . Tra il 2019 e il 2023, i nuovi casi annuali sono aumentati del 40%, passando da 680.569 a 1.680.456.
In tutto il mondo sono oltre 70 milioni le persone che affrontano un Disturbo Alimentare.
Una sfida sanitaria e sociale
I disturbi alimentari rappresentano la seconda causa di morte tra i giovani, subito dopo gli incidenti stradali . Nonostante ciò, l’Italia ha visto una riduzione delle strutture dedicate: dalle 164 del 2018 alle 126 del 2024, con una distribuzione territoriale disomogenea e liste d’attesa sempre più lunghe .
Le cause di questa emergenza sono molteplici: isolamento sociale, pressione dei social media, mancanza di supporto psicologico e stigma sociale. Il 25% dei giovani tra i 18 e i 34 anni dichiara di aver sofferto di un disturbo alimentare, ma molti non ricevono l’aiuto necessario a causa della carenza di servizi e della paura del giudizio .
Cosa possiamo fare di più
Per affrontare efficacemente questa crisi, è necessario:
- Potenziare le strutture sanitarie: aumentare il numero di centri specializzati e garantire una distribuzione equa sul territorio nazionale.
- Promuovere la diagnosi precoce: formare insegnanti, pediatri e genitori per riconoscere i segnali d’allarme e intervenire tempestivamente.
- Implementare programmi di prevenzione: introdurre nelle scuole e nelle comunità programmi educativi che promuovano un rapporto sano con il cibo e l’immagine corporea.
- Combattere lo stigma: sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso campagne informative e testimonianze di chi ha vissuto l’esperienza dei DCA.
- Sostenere la ricerca: investire in studi scientifici per comprendere meglio le cause dei disturbi alimentari e sviluppare trattamenti più efficaci.
Un impegno collettivo
Il World Eating Disorders Action Day ci ricorda che i disturbi alimentari non sono una scelta, ma malattie complesse che richiedono comprensione, supporto e interventi adeguati. È fondamentale creare una rete di solidarietà che coinvolga istituzioni, professionisti della salute, scuole, famiglie e comunità per garantire a chi soffre di non sentirsi solo e di poter accedere alle cure necessarie.
In questa giornata, uniamo le nostre voci per promuovere la consapevolezza, l’empatia e l’azione concreta. Solo così possiamo sperare di invertire la rotta e costruire un futuro in cui ogni persona possa vivere in salute e con dignità.