Il percorso di guarigione dai disturbi alimentari è tutt’altro che lineare. Aurora Caporossi, Founder di Comestai racconta delle varie ricadute avute durante il percorso di recovery: “Facevo qualche passo avanti, poi indietro. A volte un miglio avanti, tre indietro. Era naturale ricadere in pensieri e comportamenti disordinati”.
La ricaduta nei Disturbi Alimentari non è un fallimento, è parte del percorso
Molte persone in trattamento vivono cicli di miglioramento e ricaduta. Questo può portare a dialoghi interiori negativi e senso di fallimento. “Si pensa alla guarigione come a un traguardo, ma non è così. Una ricaduta non significa che hai fallito”, afferma Valeria Ventura, psicologa clinica di Comestai.
La terapeuta Valeria Ventura, afferma: “Una ricaduta non è un fallimento. È una parte del percorso di guarigione”. Vederla come un’occasione per imparare può rafforzare la ripresa a lungo termine.
Cosa si intende per ricaduta nei Disturbi Alimentari?
Una ricaduta rappresenta il ritorno significativo a pensieri e comportamenti tipici del disturbo alimentare La Dott.ssa Ventura la distingue da una “scivolata”, che è un singolo episodio isolato, come saltare uno spuntino in un momento di stress. Una ricaduta, invece, è un ritorno prolungato ai comportamenti disfunzionali, che richiede un intervento più strutturato.
Perché le ricadute nei Disturbi Alimentari sono così comuni?
Le ricadute sono comuni a causa della complessità dei disturbi alimentari, influenzati da fattori psicologici, biologici e socioculturali nonché dall’egosintonia del disturbo stesso. I fattori che aumentano il rischio includono:
- Mancato ripristino di un peso corporeo “sano” (se necessario)
- Presenza di regole alimentari rigide
- Insoddisfazione corporea persistente
- Comorbilità psicologiche
- Traumi non risolti
- Stress elevato e transizioni di vita
- Supporto sociale carente
- Interruzione prematura del trattamento
Come prevenire una ricaduta da Disturbo Alimentare: strategie pratiche
1. Crea un piano di prevenzione delle ricadute
Lavora con il tuo team terapeutico per elaborare un piano scritto che includa:
- Segnali d’allarme
- Strumenti di coping
- Azioni da intraprendere
- Motivazioni personali alla guarigione
2. Mantieni una rete di supporto solida
Rimani in contatto con persone fidate: familiari, amici, gruppi di supporto o mentor. Il supporto sociale riduce l’isolamento, un forte fattore di rischio.
3. Continua la terapia anche quando stai bene
Proseguire la terapia aiuta a rafforzare le competenze emotive e affrontare i problemi alla radice, prevenendo ricadute future.
5. Riconosci i trigger
Identifica le situazioni e i pensieri che ti portano verso il disturbo e sviluppa strategie di risposta efficaci.
6. Stabilisci obiettivi realistici
Focalizzati su piccoli progressi quotidiani. Ogni piccolo passo è una vittoria.
7. Segui il piano alimentare
Rispettare il piano alimentare aiuta a evitare il ritorno a rituali e comportamenti disfunzionali.
8. Ascolta i segnali di allarme
Non ignorare i campanelli di allarme. Imparare a riconoscere i pensieri del disturbo alimentare è importante per prevenire le ricadute ma, soprattutto, per riconoscerle.
Cosa fare se hai una ricaduta da Disturbo Alimentare
- Non ti giudicare: La ricaduta non è la fine. È un’opportunità per ripartire.
- Cerca supporto immediato: Contatta il tuo team terapeutico.
- Procedi per piccoli passi: Anche un miglioramento dell’1% è un passo verso la guarigione.
- Costruisci uno stile di vita orientato alla guarigione: Circondati di persone e attività che supportino il tuo benessere mentale.
- Sii onesto con te stesso: Riconosci i pensieri disfunzionali e affrontali.
- Non temere una nuova ricaduta: Ogni periodo in recupero ha valore.
Come aiutare una persona cara in ricaduta da Disturbo Alimentare
1. Offri supporto senza giudizio
Parla con accettazione e comprensione, evita critiche o sensi di colpa.
2. Incoraggiala a cercare aiuto
Aiutala a contattare il proprio team di supporto e offri assistenza pratica, come accompagnarla a una seduta.
3. Cerca supporto anche per te
Un familiare che sostiene una persona malata ha bisogno di cure. Gruppi come FEAST possono aiutare.
4. Abbi pazienza
La guarigione è un percorso lungo. Il tuo supporto costante fa la differenza.
È una fase, non un fallimento
La guarigione dai disturbi alimentari è un viaggio, non una corsa a ostacoli con un’unica meta. Le ricadute possono far parte di questo percorso. Con il giusto supporto, consapevolezza e auto-compassione, ogni scivolone può diventare un punto di forza.
La guarigione è una montagna russa. Non sarà facile, ma sarà una delle esperienze più gratificanti. Ricorda che chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza.