Come capire se si ha un Disturbo Alimentare?

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Sappiamo quanto possa essere frustrante e doloroso vedere una persona amata soffrire fisicamente e psicologicamente. Molte persone si trovano nella tua stessa situazione, combattute tra il desiderio di aiutare e il timore di peggiorare le cose.

Con un po’ di conoscenza e qualche linea guida, potrai offrire supporto e conforto alla persona cara. Questo potrebbe aiutarla a riconoscere il problema e fare il primo passo verso il trattamento.

Riconoscere i segnali di allarme di un disturbo alimentare

I tuoi timori riguardo ai comportamenti legati al cibo ti hanno portato fin qui. Ma come capire se l’ossessione per il cibo e l’aspetto fisico è davvero indice di un disturbo alimentare?

Non è semplice. Oggi, complice anche l’influenza dei social media, alcuni comportamenti tipici dei disturbi alimentari – come fare molto esercizio fisico o eliminare “gruppi alimentari nocivi” – possono sembrare normali o addirittura ammirati.

Ecco perché è importante conoscere i segnali d’allarme, soprattutto considerando che chi soffre spesso non si rende conto del problema. I sintomi più comuni includono (ma non si limitano a):

Comportamentali

  • Preoccupazione costante per il peso e le dimensioni del corpo
  • Ossessione per la perdita di peso
  • Fissazione sulla dieta e sui componenti nutrizionali del cibo
  • Diete frequenti, salto dei pasti, eliminazione di determinati cibi o gruppi alimentari
  • Sviluppo di rituali alimentari (es. masticare eccessivamente, non far toccare i cibi tra loro)
  • Controllo frequente allo specchio o evitamento degli specchi
  • Disagio durante i pasti con altri e evitamento di situazioni sociali legate al cibo
  • Esercizio fisico eccessivo, per intensità e durata
  • Forti sbalzi d’umore
  • Visite frequenti al bagno (possibile segno di condotte di eliminazione)
  • Indossare abiti larghi per nascondere il corpo

Fisici

  • Fluttuazioni evidenti di peso (ricorda però che non esiste un solo corpo che racconta un Disturbo Alimentare. Molte persone che affrontano un DCA non hanno evidenti variazioni peso).
  • Disturbi gastrointestinali non specifici (es. crampi, reflusso)
  • Capogiri e svenimenti
  • Irregolarità mestruali
  • Sensazione costante di freddo
  • Problemi di sonno
  • Problemi dentali (sensibilità, carie, perdita dei denti)
  • Pelle secca, capelli e unghie fragili
  • Crescita di una peluria sottile su tutto il corpo (lanugo)
  • Stanchezza e debolezza muscolare

Strategie di intervento

Hai già fatto un passo importante cercando informazioni. Ora vediamo come e quando affrontare la questione, e cosa dire.

Scegli le parole con attenzione

Parlare di disturbi alimentari è difficile. Tieni presente che non è mai colpa di chi si ammala e che il tuo intento è solo quello di aiutare.

Usa frasi con il soggetto in prima persona, ad esempio: “Ho notato che mangi tutti i pasti in camera, va tutto bene?” Queste frasi non accusano né colpevolizzano, ma esprimono preoccupazione in modo empatico.

Altri suggerimenti utili:

  • Prova a preparare in anticipo cosa dire, magari scrivendo dei punti guida
  • Ricorda alla persona che non c’è vergogna nell’avere un disturbo alimentare
  • Sii sincero riguardo alle tue preoccupazioni
  • Evita frasi semplicistiche come “basta mangiare” – è una condizione complessa
  • Non scoraggiarti se inizialmente rifiutano il dialogo: fagli sapere che sei lì per loro

Scegli il momento e il luogo giusto

Parlane in un luogo tranquillo, dove potete essere soli. Evita posti legati al cibo. Una passeggiata al parco, ad esempio, può essere un buon momento per aprire il discorso in un ambiente neutro e sicuro.

Potrebbero respingerti… all’inizio

I disturbi alimentari si alimentano del silenzio. Anche se rompere il silenzio è necessario, può essere molto difficile. La persona cara potrebbe negare o giustificare i propri comportamenti.

Non prenderla sul personale. Potrebbe trattarsi di anosognosia, un sintomo comune in cui la persona non riesce a percepire correttamente il proprio disturbo, anche a causa della malnutrizione.

Non puoi costringere nessuno ad aprirsi, ma puoi essere costante nel supporto, mostrando di essere sempre disponibile ad ascoltare senza giudicare.

Parla loro del trattamento

Se iniziano a riconoscere il problema, puoi proporre delicatamente l’idea di rivolgersi a uno specialista.

Il trattamento professionale è un passo importante. Fatti trovare informato sulle opzioni disponibili e rassicura la persona che prima si inizia, maggiori sono le possibilità di una piena guarigione.

Molti temono il trattamento perché non sanno cosa aspettarsi. Offriti di accompagnarli alla prima visita medica e prometti di stargli accanto lungo il percorso.

Incoraggia il supporto sociale

Il supporto individuale è importante, ma anche quello sociale è essenziale. I disturbi alimentari tendono a isolare chi ne soffre, alimentando i pensieri disfunzionali.

Ecco alcune idee per aiutarli a sentirsi meno isolati:

  • Organizza uscite sociali che non ruotino attorno al cibo o all’attività fisica (es. giochi da tavolo, serate arcade)
  • Continua a invitarli, anche se rifiutano. Mostra che non ti arrendi
  • Proponi hobby che amavano prima della malattia, o scopritene uno nuovo insieme
  • Evita di parlare del disturbo o del trattamento durante queste occasioni, a meno che non siano loro a farlo. Concentrati solo sul divertimento: sono più di un disturbo alimentare

Considerazioni finali

Essere preoccupati per una persona cara che potrebbe avere un disturbo alimentare può essere logorante, soprattutto se ti sembra di non ottenere risultati.

Hai già fatto tanto, esprimendo preoccupazione nel modo giusto e facendo sapere che ci sei.

Non puoi forzare nessuno a chiedere aiuto. Solo chi soffre può decidere di iniziare il percorso. Ma puoi piantare un seme: magari cominceranno a vedere come il disturbo sta influenzando negativamente la loro vita. E questo potrebbe essere l’inizio del cambiamento.

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