La storia di Flavia e il suo percorso terapeutico con Comestai

Il miglior momento per chiedere aiuto è adesso

In Comestai il primo colloquio è gratuito, così puoi vedere come va e scegliere se proseguire.

“All’inizio non sapevo nemmeno che esistesse una terapia specifica. Pensavo che bastasse una tecnica qualsiasi per stare meglio. Poi ho capito che serviva molto di più.”

Flavia ha scelto di raccontare il suo percorso con Comestai, un viaggio non solo nella cura dei disturbi alimentari, ma nella scoperta di sé, del proprio valore, e della possibilità di prendersi davvero cura di sé.

Alla ricerca di aiuto… ma senza riuscire a chiederlo

“Anche se cercavo aiuto, era difficile concedermelo. Lo desideravo, lo pretendevo quasi, ma allo stesso tempo scappavo. Parte di me non credeva di meritarlo.”

Flavia descrive con lucidità un vissuto comune a molte persone che affrontano un disturbo alimentare: il bisogno di essere sostenuti si scontra spesso con un senso profondo di indegnità, figlio di storie difficili, di ferite antiche. L’iper-dipendenza emotiva, racconta, è spesso il segno visibile di un trauma invisibile.

L’incontro che ha fatto la differenza

“Quando ho incontrato Martina, ho scelto di restare. Mi ha coinvolta, umanamente.”

Per Flavia, il cambiamento è iniziato quando ha trovato qualcuno capace di incontrarla davvero. Non è stata una tecnica a fare la differenza, ma la relazione terapeutica. Quel sentirsi vista, accolta, ascoltata senza giudizio.

“Non bisogna spaventarsi dell’online: se funziona, funziona. Dipende da chi c’è dall’altra parte.”
L’importante, dice, è il legame che si crea, la fiducia che si costruisce, il sentirsi al sicuro, anche attraverso uno schermo.

A tal proposito la Dott.ssa Martina Tinè, psicologa psicoterapeuta, ci racconta del ruolo della terapia nel trattamento dei Disturbi Alimentari: “Il valore della psicoterapia risiede nella possibilità di costruire un ponte, adunando i pezzi della vita del soggetto e proseguendo, insieme, nella continuazione, sperimentando uno spazio differente da quello precedente, in cui poter riconoscere il proprio senso di esistere e scorgere. 

Nella stanza della terapia, virtuale o fisica che sia, sarà possibile distruggere e ri-creare nuove storie, facendo sì che una ri-narrazione possa portare verso nuovi orizzonti di pensiero e di emozioni che si alternano tra immaginazione e risignificazione.”

Quando il cibo non è il problema

“A un certo punto Martina mi ha detto: ‘Flavia, non abbiamo mai parlato di cibo’. Ed è stato lì che ho capito: il cibo era solo la punta dell’iceberg.”

Il percorso di Flavia l’ha portata a guardare oltre il sintomo. Ha scoperto la differenza tra sentire il vuoto e sentire lo spazio: uno risucchia, l’altro accoglie. E anche i momenti di apparente silenzio in terapia, quelli in cui “non c’è nulla da dire”, sono diventati fondamentali.
“Anche quelle sedute vanno tenute. Sono importantissime. Perché è lì che spesso si apre il baratro, ed è proprio lì che serve qualcuno con te.”

Chiedere aiuto è difficile, ma è un atto rivoluzionario

“È più facile restare nel dolore, perché almeno quello lo conosciamo. Ma vedere la strada che hai fatto è impagabile.”
Flavia oggi invita chi sta soffrendo a non avere paura di chiedere aiuto. Anche se sembra difficile. Anche se ci si sente indegni. Perché il primo passo può davvero cambiare tutto.

Se anche tu stai attraversando un momento difficile legato al tuo rapporto con il cibo e con te stessə, Comestai è qui per ascoltarti. Puoi prenotare il primo colloquio conoscitivo gratuito compilando questo form.

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sia per te che per una persona a te cara.